Metodologia

Nota metodologica

“Sono qui solo per i commenti”. Spesso si trova questa frase appena sotto un post sui social o un video di youtube. Nella sua genuinità e ingenuità, segna una simbolica riprova di un fenomeno in atto da tempo: la centralità delle reviews. La loro enorme mole ha ormai da anni invaso il nostro mondo e il nostro modo di fruire il web, e tuttavia sembra ancora aggirarsi come uno spettro fra gli studi sulle testualità digitali. Eppure, siamo tutti d’accordo che il Web ha avuto un enorme impatto sui “modelli di territorializzazione", sulle pratiche di esperienze urbane e sugli usi del patrimonio culturale, che sono sempre più mediati dalle nuove realtà multimediali. Da soggetto passivo per eccellenza, i nuovi visitatori oggi contribuiscono attraverso rating e commenti a formare “gli immaginari su cui sono costruiti i territori” (Albanese & Graziano 2021). Città “visibili” costruite da “narrazioni digitali”, termine più ampio di digital storytelling, che meglio comprende la pluralità di forme e modalità che caratterizzano le pratiche di comunicazione sociale online.
È attraverso questi commenti che oggi nella stragrande maggioranza dei casi si scelgono le mete, e soprattutto le si valutano. Qual è il rating di un ristorante, di un museo, di una mostra? Quella che era un tempo la funzione critica delle guide turistiche o dei giornali e delle riviste di settore oggi è nelle mani di centinaia, migliaia di navigatori on line che lasciano una valutazione e un commento. Sono in maggioranza testi multimediali (Adam 2005; Smith 2003), che danno un punto di vista assolutamente posizionato e singolare sulla città (Martin & White 2005) e che contribuiscono a mappare una città parallela. Di conseguenza, le narrazioni e i commenti online generati dagli utenti sono diventati una fonte inestimabile di informazioni per la ricerca scientifica, poiché forniscono un feedback diretto e spontaneo su luoghi, fenomeni, beni culturali materiali o immateriali e paesaggi naturali.
Grazie al finanziamento del progetto Far 2023 da parte dell’Università di Modena e Reggio Emilia abbiamo iniziato un percorso per osservare da vicino questo mondo particolare e complesso che forma una sorta di specchio riflesso, a volte deformante, sempre articolato della realtà urbana. Mappando il territorio e i suoi beni culturali materiali e immateriali attraverso i dati di Internet, concentrandosi sulla città di Reggio Emilia e sulle aree circostanti, questo progetto mira a raccogliere e analizzare le narrazioni digitali generate dagli utenti e rendere conto delle loro percezioni sul territorio.


Un’analisi interdisciplinare

Da un punto di vista metodologico, lo sviluppo del progetto implica l'integrazione di prospettive sociologiche, semiotiche e linguistiche, con l'obiettivo di descrivere in modo multidimensionale la percezione pubblica del territorio. Le Sentiment e Reputation analysis, campo di studio che analizza le opinioni, i sentimenti, le valutazioni, gli atteggiamenti e le opinioni delle persone, hanno permesso una prima scrematura attraverso la raccolta dei dati dai contenuti generati dagli utenti. La successiva pulizia del set di dati da qualsiasi elemento non rilevante ai fini dell'analisi ha permesso infine di discernere gli elementi fattuali da quelli non fattuali (soggettivi) con conseguente rilevamento della polarità, ossia determinare il sentiment e la reputation complessiva trasmesso dai dati.
È bene sottolineare che anche la prima fase preliminare ha richiesto l'analisi qualitativa preliminare di un campione di dati. Questo perché il nostro lavoro ha voluto principalmente osservare spazi urbani istituzionali, culturali e socialmente rilevanti (musei, piazze, collezioni, stazioni) e, visti i limiti temporali e materiali della ricerca, prendere in considerazione solo i luoghi che sono stati considerati dagli analisti i più densi di implicazioni semantiche.
La scelta di selezionare undici luoghi della città si collega all’idea di una narrazione digitale come “paesaggio attivo”. Secondo Menzardi e Peruccio (2020), “lo spazio è un elemento fluido e dinamico ‘contaminato’ dall'interazione reciproca con la vita umana”. Questa interazione modella sia lo spazio che l'esperienza umana dei commentatori, rendendoli destinatari e allo stesso tempo interlocutori di un progetto. Si tratta di un fenomeno diffuso di riconquista e partecipazione. In questa prospettiva, il Digital storytelling gioca un ruolo cruciale in questo nuovo design del territorio. Ed è il fulcro della seconda parte del nostro lavoro. Lo storytelling digitale dei singoli commenti ai luoghi ci consegna infatti la possibilità di trovare le diverse strategie testuali messe in atto dagli utenti nell’ordine della a) soggettivizzazione del racconto degli spazi b) e della valorizzazione dei luoghi descritti. Sono queste due grandezze che gli studi semiotici sull’enunciazione e sulla valorizzazione hanno da tempo indagato, ponendoli al centro dell’analisi testuale.
Pertanto, lo storytelling digitale è (anche) l'infinito archivio potenziale di situazioni, storie, personaggi e azioni che compongono la storia finita e diventa luogo dialettico di categorie che definite sia in modo intensionale che estensionale riescono a mappare graficamente le correlazioni sentimentali fra soggetto e oggetto, fra modi della visione e valorizzazioni. Per quest’ultimo aspetto sono state applicate le categorie assiologiche di Jean-Marie Floch (1995).
Il posizionamento che ciascun luogo riceve, grazie all’analisi semiotica dei commenti, non deve essere inteso come un insieme non organizzato di “qualità sensibili” (Greimas, Courtés 1979), ma anzi come parte integrante dell'esperienza di un attore sociale, impegnato in relazioni intersoggettive/un'esperienza di tipo intersoggettivo. Dopo il vaglio semiotico, il digital storytelling porta l'utente, che perde la sua iniziale dinamica di “alterità” rispetto all'enunciatore/produttore, a entrare pienamente nello spazio della narrazione, ma allo stesso tempo a portare il discorso a testualizzarsi. E viceversa.
Accade, insomma, che l'offuscamento dei contorni testuali produca diverse risemantizzazioni e ridiscorsivizzazioni basate su spostamenti di punti di vista e posizioni enunciative. Commentare significa in qualche modo “produrre”, nel senso più ampio e culturologico del termine: produrre un insieme complesso di discorsi, pratiche e elementi narrativi. In questo senso, mappare le percezioni del territorio attraverso le narrazioni generate dagli utenti online, fornisce uno strumento potenziale per la comprensione e promozione del territorio, a partire dalle identità locali e virtuali.


Obiettivo della ricerca

L'obiettivo principale di questo progetto è stato così quello di esplorare nuovi metodi significativi ed efficaci per descrivere l'ecologia e il paesaggio urbano o al di là di ciò che è materiale, estendendosi a specifici aspetti che hanno molto a che fare con la sfera emotiva, e con considerazioni spesso sfuggenti, fugaci, stagionali, sensoriali, immateriali. Eppure, sono proprio queste che rendono possibile una mappa sentimentale della città. E questa mappa abbiamo, in conclusione, cercato di rappresentare in questo sito web.
Ci piacerebbe presentarlo come ‘un dono’, cioè come un tentativo, con tutti i limiti del caso, di creare un dispositivo attivo di mappatura socio semiotica dello spazio virtuale di una città. Ci sembra più modestamente e realisticamente un oggetto di scambio. Cioè uno strumento aperto che a partire da un corpus variabile ed estendibile si interroga sulla forza illocutiva del mondo delle reviews e dei comments sullo spazio reale. E lo fa rendendo operative delle categorie semiotiche che possono (e forse devono) essere integrate con degli strumenti e qualitativi e quantitativi che questo ‘tentativo di esaurimento di una città’, parafrasando Perec, certamente richiede.